Uomo politico socialista australiano. Di origine scozzese, nel 1885
emigrò in Australia (Queensland) dove abbandonò presto il mestiere
di minatore per dedicarsi al giornalismo e all'attività politica. Eletto
deputato nel 1901, sei anni dopo assunse la leadership del Partito laburista
australiano e nel 1908 divenne primo ministro. Salvo brevi intervalli rimase in
carica, sino al 1915. Fermo assertore di una politica prudentemente
gradualistica, consistente nel perseguire obiettivi limitati e immediati,
promosse l'introduzione di una tassa progressiva sulla terra e la costruzione
della Banca Commonwealth. Nel 1910 venne a trovarsi nell'impossibilità di
tradurre in pratica gran parte della "piattaforma" programmatica del Partito che
per essere applicata richiedeva una modifica della Costituzione. Sottopose a
referendum una serie di proposte votate nel 1911: pieni poteri per regolamentare
il commercio, poteri di controllo sulle società per azioni, pieni poteri
per regolamentare i salari e le condizioni di impiego, poteri di controllo sui
monopoli, ecc. Le sue proposte vennero respinte ed egli ne trasse la conclusione
che, nonostante la presenza di una sinistra vivace ed energica, il Partito
laburista australiano aveva il mandato dal popolo non per attuare una politica
socialista, ma solo per perseguire una moderata politica di protezione del
lavoro nell'ambito dell'ordine economico esistente. Nell'ottobre 1915 si dimise
e si recò a Londra come rappresentante del Commonwealth, mentre a capo
del Governo e del partito gli succedeva W. Morris Hughes (1862-1928).